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al testo di Manuel Paolino
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Aída Cartagena Portalatín (1918-1994), nacque il 18 di giugno a Moca, più tardi si trasferì nella capitale dominicana dove studiò all’Università e completò in seguito i suoi studi di carattere umanistico e artístico alla Sorbona di Parigi. I suoi frequenti viaggi in Europa, America Latina e Africa influenzarono e arricchirono molto la sua opera letteraria. Fece parte, unica donna, del gruppo della Poesia Sorprendida, per il quale nel 1944 pubblicò Víspera del sueño nella Collana El Desvelado Solitario. Antropologa, insegnate di Storia dell’Arte, molto legata alla cultura nera africana, il suo coraggio e il suo talento poetico la fecero imporre in un panorama sociale e letterario dominicano dominato dagli uomini.
El llanto de la tarde se apagó en la montaña
SETE DEL DOLORE
Il pianto del pomeriggio si è spento sulla montagna le colombe del sonno si sono ferite le ali l’infinita tenerezza con la quale la dimenticanza culla il dolore per farlo scordare è un lamento vago lasciato indietro nella sabbia dove il dolore s’apre ma l’acqua non arriva.
DAL SOGNO AL MONDO
Dal sogno al mondo con un mondo negli occhi che mi ha donato il mio sogno con palpebre aperte sopra le dalie che nascono sulle acque arrese.
Tierra se hará silencio, risa no harán los hombre para que me hagan eterna, llanto no harán las piedras para que me hagan arena. Mi sangre se ha herido y se parece al fuego, abísmate en olvido, sueño alma tu sueño, la luz es solo sombra, es víspera del sueño.
Nieve se irá al cielo y vestirá la luna, se talarán los bosques para que la desnuden, sabrá a dulzura la raíz de la hierba. Amor: los ojos de la luz quemarán sus pestañas; te soñaré a mi lado, en víspera del sueño.
Mundos de pies cansados, descansarán. La sed de los recuerdos tendrá lluvia de olvido. Mi lecho se hará muelle sobre los cardos agrios; soñaré con espigas, es víspera del sueño.
Bocas querrán hablar y no tendrán palabras. Las piedras tendrán lenguas, la arruga de la arena será tapiz de algas; los mares serán mármoles; soñaré en sus costales, en vísperas del sueño.
El Tiempo desde el cuerpo del Sol con temblor de ceniza ha reído a los hombres. Cielos, mares, tierras. Nacer, vivir y morir. Los astros tienen sueño, soñaré con los astros: es víspera del sueño.
VIGILIA DEL SONNO
Terra si farà silenzio, risata non faranno gli uomini per rendermi eterna, pianto non faranno le pietre per rendermi sabbia. Il mio sangue si è ferito e assomiglia al fuoco, sporgiti nella dimenticanza, sogno il tuo sonno anima, la luce è soltanto ombra, è vigilia del sonno.
Neve andrà verso il cielo e vestirà la luna, i boschi si abbatteranno per desnudarla, saprà di dolcezza la radice dell’erba. Amore: gli occhi della luce bruceranno le proprie ciglia; ti sognerò al mio fianco, nella vigilia del sonno.
Mondi di piedi stanchi, riposeranno. La sete dei ricordi avrà pioggia di dimeticanza. Il mio letto diventerà molle sopra le gramigne agri; sognerò con spighe, è vigilia del sonno.
Bocche vorranno parlare e non avranno parole. Le pietre avranno lingue, la piega della sabbia sarà arazzo di alghe; i mari saranno marmi; sognerò fra le loro costiere, nella vigilia del sonno.
Il Tempo dal corpo del Sole con tremito di cenere ha riso agli uomini. Cieli, mari, terre. Nascere, vivere e morire. Gli astri hanno sonno, sognerò con gli astri: è vigilia del sonno.
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